Nell’ambito della ricerca, gli esperti hanno condotto una serie di sei test su 198 lemuri per diversi anni. Quattro test hanno determinato le capacità cognitive dei primati, in particolare la capacità di affrontare compiti insoliti, la memoria spaziale, l’autocontrollo e la capacità di comprendere le relazioni di causa-effetto, mentre altri due sono stati condotti per stabilire il livello di curiosità e di comportamento esplorativo di ogni singolo primate.
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Animali
Gli scienziati neozelandesi hanno descritto un piccolo pinguino vissuto più di 3 milioni di anni fa
La relativa conclusione ha permesso ai ricercatori di ricavare i crani fossili di questi animali, che sono stati trovati nella Formazione Tangahoe sull’Isola del Nord della Nuova Zelanda.
Si noti che i pinguini sono stati attribuiti a una specie finora sconosciuta, che a sua volta appartiene al genere Eudyptula, che abita il territorio della Nuova Zelanda e dell’Australia. Durante l’analisi, i ricercatori hanno datato i crani dei pinguini al periodo compreso tra 3,36 e 3,06 milioni di anni a.C., che corrisponde al tardo Pliocene. Allo stesso tempo, i loro resti presentavano differenze rispetto agli individui moderni, per cui si è deciso di attribuirli a una nuova specie chiamata Eudyptula wilsonae.
Svelato il segreto dell’apparizione di figure ottagonali sui fondali marini
Gli scienziati hanno scoperto misteriosi “timbri” ottagonali sul fondo dello Stretto di Fram. Le indagini condotte con veicoli a pilotaggio remoto hanno rivelato che le misteriose impronte sono state lasciate dai polpi Dumbo mentre si nutrivano.
Queste creature abitano le acque profonde di tutti gli oceani della Terra, ma restano poco conosciute. La loro dieta è costituita prevalentemente da vermi e crostacei e la loro strategia alimentare è simile a quella degli oloturie.
Gli scienziati hanno creato una supercombinazione sicura per gli esseri umani
In particolare, l’azienda occidentale Oxitec ha modificato il genoma delle zanzare maschio in modo che la loro prole nascesse senza ali e non costituisse una minaccia per l’uomo, ma le zanzare femmina in Brasile hanno imparato a distinguere questi individui ed evitare di accoppiarsi con loro. Inoltre, esisteva un margine di errore che a volte faceva sì che queste zanzare producessero comunque una prole alata.
Ora i ricercatori hanno deciso di andare oltre e hanno inserito nelle zanzare una serie di due geni responsabili della produzione di due anticorpi che combattono l’agente causale della malaria – il plasmodium malaria. Allo stesso tempo, gli scienziati sono riusciti a far accoppiare i maschi di queste zanzare con le femmine, grazie alle quali i nuovi geni si sono diffusi rapidamente nella popolazione.
Un esperto racconta come gli orsi polari stiano soffrendo per il riscaldamento delle temperature
Negli anni ’80, l’area contava circa 1,2 mila individui, mentre oggi ne restano 800. È stata registrata anche una diminuzione del numero di cuccioli, mentre prima c’erano molti casi di “triplette”.
Con lo scioglimento dei ghiacci, gli orsi polari trascorrono più tempo sulla terraferma, fino a 3-4 settimane. Durante questo periodo non hanno accesso alle loro prede abituali, le foche, e quindi ai grassi ad alto contenuto calorico, necessari per la sopravvivenza. Rimanendo a terra, l’orso polare perde fino a un chilo di peso al giorno. È particolarmente difficile per le femmine gravide che sbarcano in giugno e luglio.
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